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Castelli di Sabbia

Dato che era troppo tardi per il CMRN di Roma e per l'ITT in Germania, ho deciso di passarmi una giornata al mare... Mare del Nord, ma sempre mare e'...

Eccomi quindi in piedi all'antelucana ora delle 8.00 e (quasi) pronto alla partenza, la meta e' Den Haag e l'annuale festival delle Sculture di Sabbia che si tiene a Scheveningen. Tra una palla e l'altra salto in moto solo alle 8.30. Il tempo e' ideale: soleggiato ma non con sole spaccapietre.

Decido di prendere la via "lunga", cioe' seguire (piu' o meno) il confine Belga/Olandese, fare Breda/Tilburg/Rotterdam e poi Den Haag.

Sono partito da 5 minuti che ti incrocio un tipo su una BMW, come in un ballo sincronizzato stacchiamo contemporaneamente la mano dal manubrio per salutarci...

Prima fermata: distributore/autogrill, benza per il destriero, caffe' e brioschina per me.

Dopodiche' si riparte: alle 10.30 sono in quel di Rotterdam, il traffico e' un casino (lo e' sempre) e la tangenziale di Rotterdam sembra modellata sullo stile delle HighWays di Los Angeles, con svincoli allucinanti che si incrociano nel cielo.
Credo si possa girare per ore in quegli svincoli senza mai uscirne e senza ripassare sullo stesso per due volte consecutive...

Da Rotterdam a Den Haag sono solo 30 Km, ma sono tutti percorsi in un'ambiente che ricorda molto le interstatali americane: strade enormi e traffico caotico.

Arrivo a Den Haag poco prima delle 11, dato che non ho una mappa ne' la piu' pallida idea di dove si trova Scheveningen mi affido piu' al mio fiuto che ad altro. Incredibilmente arrivo a Scheveningen e sulla spiaggia alle 11.20 (!).

Il parcheggio (libero) vicino alla spiaggia contiene gia' una ventina di moto, vi aggiungo la mia accanto ad una fiammante Honda GoldWing e vengo raggiunto mentre sto' mettendo giu' il cavalletto da due tedeschi, marito e moglie, lui su una Ninja e lei su una Fazer, il tedescone si informa se li' bisogna pagare il parcheggio o no, poi nota la targa (ancora italiana) e mi domanda se sono arrivato dall'Italia in moto, vedendo la sua targa di Aachen (e' a 30 Km dal confine Olandese) non resisto e gli rispondo "sono solo 1200 Km...".

Lascio i due tedeschi e mi metto a gironzolare per la spiaggia ad osservare i "castelli" che sono li' in giro.

Una cosa e' sicura: quando ci si mettono questi "castellari" fanno dei lavori incredibili.
La piu' piccola scultura e' alta almeno due metri e mezzo, l'opera piu' grande e' un "muro" lungo 6 metri ed alto 3,5. Il soggetto piu' gettonato sono gli dei marini (Poseidone in testa), ma anche altri soggetti non sono meno interessanti. Una nota di demerito: la maggioranza delle "sculture" erano rachiuse in gabbie metalliche per protezione, che pero' rovinano le fotografie.

Dopo una passeggiata igienica lungo la spiaggia per un paio d'ore sono pronto per uno spuntino, opto per un ristorante con un paio di gorilla di guardia al cancello, poi e' d'obbligo una visitina al Museo della Vita Marina (che si trova sulla spiaggia), bellino, ma non regge il confronto con l'Acquario Oceanografico di Rotterdam.

Sono pronto a ripartire verso le 16.00, recupero il mio destriero dal parcheggio, che ormai sembra un raduno internazionale di moto: conto almeno 10 Harley, una dozzina o piu' di Ducati, 5 o 6 Guzzi ed un numero imprecisato di BMW. Le targhe vanno dall'italiana (la mia) all'inglese di un CBR.

Per cambiare, decido di passare da Utrecht per il ritorno, ancora una volta mi affido al mio naso per uscire da Den Haag, ed ancora una volta il mio naso funziona... in meno di 20 minuti mi trovo sulla tangenziale (ring) di Den Haag diretto verso Utrecht.

Poco prima di entrare nel Ring incrocio un poliziotto in moto, ci salutiamo (!?!?). Giunto ad Utrecht decido di complicare ulteriormente le cose e lascio l'autostrada per la strada normale: pessima scelta, le strade "normali" passano per un numero tendente ad infinito di paesi, villaggi e cittadine, ci sono semafori ogni 100 metri e sembra che gli Olandesi vivano "on the road". Rientro quindi in autostrada prima di 's-Hertogenbosh (paese noto per il nome impronunciabile).

Dato che sto' viaggiando da 300 Km decido di fermarmi per il rifornimento, rifornisco, consegno la carta di credito alla tipa dietro la cassa che mi rifila il modulo da firmare, scarabocchio la mia firma ma la tipa si lamenta: la firma dovrebbe essere identica a quella sulla carta. "Scordatelo" le rispondo, "non sara' mai uguale! Se vuoi la mia firma sempre uguale dammi una tastiera". Dato che dietro di me si e' formata una fila di 20 metri e dato che il suo computer ha ingurgitato la mia carta di credito senza fare nemmeno un ruttino, la tipa lascia perdere e mi restituisce la carta.

Mentre mi sto' rilassando con un caffe' seduto sulla moto, un altro tipo con un TA uguale al mio si avvicina... ALT! STOP!, il suo TA non e' solo "uguale" al mio, e' IDENTICO! Stesso modello, stesso anno e stesso colore!!! Ed il tipo non e' un tipO, ma una tipA! Si presenta: Daniela, tedesca di Koln (Colonia), anche lei era a Scheveningen... ma tu guarda!

Il resto del viaggio si esaurisce senza particolari note, salvo due tizi su Ninja che seguo per un po' prima di sorpassare (fidando del fatto che la mia targa e' difficilmente reperibile), mossa idiota perche' dopo nemmeno un kilometro esco, i due Ninja mi ri-sorpassano mentre sto' rallentando in prossimita' dell'uscita e ci salutiamo, avranno pensato: "ma sto' idiota e' venuto qui' dall'Italia per prenderci per il XXXX???".

Rientro ore 19.15, totale: 530 Km percorsi.